Nella prefazione al libro appena uscito di Andrea Greco e Umberto Tombari dal titolo “Fondazioni 3.0”, che è stata ripresa dall’inserto settimanale “L’Economia” del “ Corriere della Sera” del 3 febbraio scorso, l’ex Presidente dell’Acri e della Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti, è tornato a ribadire le sue note tesi circa il presunto ruolo delle fondazioni di origine bancaria di salvaguardare la stabilità del sistema creditizio italiano, rivendicandolo, come uno dei loro maggiori meriti.
Poiché siamo convinti che il tempo è galantuomo e che, dunque, la verità dei fatti prima o poi trionferà, per far sì che ciò avvenga il prima possibile, riteniamo opportuno ricordare alcuni fatti incontrovertibili.
Se è vero che il legislatore Amato nel 1990 ebbe il merito di ammodernare il sistema creditizio nazionale attraverso la separazione dell’anima finanziaria da quella sociale delle Casse di Risparmio, affidando la prima a convergenze tra banche, onde rafforzarle in funzione dell’unificazione monetaria europea, la seconda alle fondazioni, soggetti no profit, con il compito di sostenere le esigenze e lo sviluppo sociale dei territori nei settori del welfare in cui maggiormente si notava l’assenza dello Stato, dando avvio al citato percorso di separazione tra banche e fondazioni, portato a compimento poi con la legge “Ciampi” del 1998, è anche vero che il principale avversario di quella volontà del legislatore è stato proprio Guzzetti. Egli, infatti, ha sempre ostacolato il perfezionamento del disegno del legislatore, facendo in modo che la quasi totalità delle fondazioni associate all’Acri, di cui è stato Presidente per oltre un ventennio, non uscisse dal capitale delle banche e continuasse a mantenere una qualificata rappresentanza politica negli organi delle associate, portandole così alla drammatica situazione in cui molte di esse oggi si trovano.
Questa azione caratterizzante dell’Acri sotto la guida di Guzzetti ha fatto sì che le fondazioni non abbiano mai cessato di puntellare il sistema bancario in difficoltà, destinando a tale scopo enormi risorse sottratte alla loro vera missione, e abbiano aderito a organismi sostanzialmente pubblici, in contrasto col dettato delle sentenze della Corte costituzionale del 2003, come la Cassa Depositi e Prestiti (operazione sbagliata anche finanziariamente, visto che la conversione delle azioni privilegiate in azioni ordinarie costò alle fondazioni 750 milioni di euro) o siano intervenute in operazioni esogene rispetto alla loro missione, come quella del Fondo Atlante, destinata anch’essa a salvare banche in difficoltà, peraltro senza successo.
E’ di tutta evidenza che questo non era assolutamente il compito assegnato dal legislatore alle fondazioni fin dalla legge “Amato”, bensì quello di venire incontro alle esigenze delle comunità locali nei principali settori del welfare ove sempre più si faceva sentire la latitanza dello Stato, missione che oggi molte di esse non sono più in grado di assolvere, poiché i tanti miliardi destinati a puntellare inutilmente le banche, fatto riconosciuto dallo stesso Guzzetti nella prefazione al libro citato, avrebbero sicuramente avuto più corretta e positiva destinazione se fossero stati messi a disposizione delle emergenze della società civile, come fatto solo da una fondazione, che ha ritenuto, dopo aver manifestato aperto disaccordo sulla politica dell’Acri, di non volere più farne parte.
Siamo convinti che il tempo aiuterà ad aprire la strada alla verità circa l’operato del Presidente Guzzetti, che ha sempre goduto di ampio spazio sulla stampa, che si è costantemente sperticata nel tesserne le lodi anche come Presidente della Fondazione Cariplo, nascondendo i risultati certamente non lusinghieri conseguiti nel 2015, 2016 e 2018, come emerge dai relativi bilanci, che evidenziano una perdita complessiva di 184 milioni di euro, che si sommano alle drammatiche conseguenze delle sue decisioni come Presidente dell’Acri, di cui la quasi totalità delle fondazioni aderenti non è più in grado di svolgere il proprio compito nei territori di appartenenza. Un contributo alla verità da parte della stampa indipendente su questa vicenda sarebbe più che benvenuto.