Introdotta da un dibattito sulla produzione dell’audiovisivo, l’ultima serata del Taff si è conclusa con l’assegnazione dei premi e la proiezione del documentario vincitore

di Giulia Isola

La pioggia battente non ha fermato l’affluenza per la quarta serata, quella conclusiva, di The Art Film Fest alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma. Dal 10 al 13 settembre, infatti, si sono alternate le proiezioni dei documentari d’autore che hanno partecipato al Festival: Arte Povera – Appunti per la StoriaL’Aeroplano di MarinettiPaint me a Road out of hereJoan Mitchell – A Woman in AbstractL’arte della guerra e Galleria Continua: The ability to Dream.

Il dibattito

Alle 18.00 ha avuto inizio il panel, I documentari d’arte: produzione e finanziamento di una leva culturale decisiva, moderato da Simona Garibaldi, CEO di Lilium Distribution – casa di distribuzione cinematografica che insieme a GNAM e Inside Art ha collaborato alla realizzazione del festival – che ha visto la partecipazione dei relatori: Roberto Pisoni, Sky Italia, Senior Director Sky Entertainment Channels, Silvia De Felice, Rai Cultura, Commissioning Editor, Sophie Guyon, Museo del Louvre, Head of Audiovisual Production and Film Department, Patrick Hörl, Autentic Distribution, part of the Beta Film group, founder and Managing Director e Maria Cristina Lacagnina, Creative Europe, Media Desk.

Guido Talarico, direttore ed editore di Inside Art prende la parola per introdurre la serata e ringraziare il pubblico e i partecipanti al Festival: «Siamo qui per festeggiare il documentario d’autore, un grande prilvilegio quello di farlo alla GNAM, e per i 20 anni di Inside Art. Ed è sempre un piacere per noi che questo lavoro che lo facciamo per passione, condividere con altri editori e professionisti del settore i risultati del nostro lavoro».

Il primo intervento è di Roberto Pisoni, Senior Director Sky Entertainment Channels: «Partendo da una produzione nazionale, con Sky abbiamo iniziato a fare film per il cinema, che ovviamente hanno budget e distribuzione diverse rispetto alla televisione. Il modello è piaciuto e così abbiamo cominciato a produrre a livello internazionale, distribuendo in ben cinque Paesi – che sono quelli di Sky – oer un totale di 81 ore. Ci siamo concentrati soprattutto sui generi che funzionano particolarmente come l’Arte Classica italiana, ma accanto a questi abbiamo supportato anche esperimenti diversi. Va detto che il mercato è cambiato radicalmente e gli investimenti che si potevano fare qualche anno fa oggi non si possono più sostenere. Per i prossimi anni ci concentreremo su un paio di progetti l’anno, commissioni vere e proprie, co-produzioni, programmi televisivi e non, su documentari che sono economicamente meno impegnativi, aiutando anche le case di produzione a trovare finanziamenti».

Silvia De Felice affronta invece l’approccio di Rai Cultura nella scelta dei progetti: «Non è facilissimo fare sempre un’analisi di cosa funziona davvero, nel racconto dell’arte. Io stessa vi confesso una cosa che non ho mai veramente capito: se c’è un argomento che funziona sempre nel pubblico sono i grandi classici. Ad esempio, il titolo che su Art Night ha fatto sempre un record di ascolti è Parmigianino. Non è Caravaggio, non è Michelangelo eppure il manierismo col pubblico ha sempre funzionato, più dei grandi maestri. Con questo voglio fare un invito agli autori di riscoperta dei classici, perché a volte ci si ferma in storie complicate, senza guardare alla storia. Sei anni fa quando è nato Art Night abbiamo visto una crescita trasversale del programma, tra titoli classici e quelli più sperimentali. Dobbiamo proporre al pubblico dei racconti necessari: Rai non seleziona i titoli solo sulla base di ciò che funziona verso il pubblico ma porta avanti l’obiettivo di diversificare l’offerta. Inclusività e accessibilità diventano le parole chiave, la multipiattaforma è il futuro, quella che permette al pubblico di accedere veramente alla cultura».

Sophie Guyon, Head of Audiovisual Production and Film Department del Louvre, prende invece la parola per raccontare la storia delle collezioni e delle collezioni filmiche del museo parigino. in particolare un progetto emerge nel suo racconto: «La liberté guidant le peuple di Martin Fraudereau, restaurato proprio l’anno scorso, è un film importantissimo che veicola dei temi universali e per noi rappresenta l’occasione di collegarci con un lavoro che il Louvre vuole fare sulla società contemporanea, toccando temi e urgenze sociali come la libertà di stampa, la storia della democrazia, il femminismo. È un racconto universale che può e deve interessare non solo la Francia, ma anche un paese come l’Italia».

A sottolineare invece i confini di definizione dell’arte anche quando si realizza un documentario d’arte è Patrick Hörl di Autentic Distribution: «Esistono tanti art show che non portano necessariamente un’etichetta di questo tipo su di loro. Adesso abbiamo ad esempio un film che racconta l’arte dei tatuaggi; è arte questa? Non lo sappiamo. Ma l’arte non è una scatola chiusa, fa parte della nostra vita, del nostro mondo. Non può essere un tema isolato come in un documentario scientifico dove si definisce l’argomento e si va avanti. L’arte è dappertutto. Chi si approccia oggi al mercato dei film d’arte, può notare quanto il mondo della distribuzione sia molto più piccolo di quanto non si pensi. Pochissimi paesi comprano film d’arte, perché sono troppo poveri. I clienti tipici sono quelli dei mercati emergenti e anche la produzione dei film artistici e documentari d’arte è cambiata molto rispetto al passato, moltissimi broadcaster, anche di paesi più ricchi come l’Italia, non pagano più tutto il budget. È qui che diventano oggi necessarie le partnership con musei e fondazioni, che permettono di lavorare a lungo termine e prendere decisioni in tempi ragionevoli, abbiamo un obiettivo comune quello di produrre esperienza e questo ci mette insieme per far sì che nuove alleanze vengano create».

Alcune di queste alleanze vengono descritte da Maria Cristina Lacagnina, che con Creative Europe porta avanti la costruzione di bandi che finanziano il settore audiovisivo: «Creative Europe si impegna a lanciare bandi che danno sostegno a tutta la produzione completa di documentari, produzione cinematografica, mercati, festival e corsi di formazione. In particolare tre flash fanno parte quest’anno del finanziamento della produzione audiovisiva. Due bandi dedicati allo sviluppo di opere: European Co-development, che aprirà nell’autunno 2024 e lo European Slate development, che aprirà a breve, con il finanziamento non di un’opera singola ma di un catalogo di opere; per ultimo il Tv and Online Content, che finanzia non lo sviluppo ma la produzione di opere, serie, fiction, animazione e documentari creativi. In ultimo: Creative Innovation Lab, un bando che non finanzia la produzione di contenuti ma supporta lo sviluppo di strumenti modelli e soluzioni innovative applicabili al settore audiovisivo e gli altri settori culturali e creativi».

La premiazione

A conclusione del dibattito, Guido Talarico ha dato il via alla premiazione ufficiale dei documentari in concorso. La prima menzione speciale è andata al film Paint me a road out of here di Catherine Gund, prodotto da Aubin Pictures: «un potente ritratto di una donna che ci parla del potere rigenerativo dell’arte», consegna il premio Simona Garibaldi alla regista del film.

Fabrizia Carabelli, Managing editor di Inside Art, premia insieme a Guido Talarico L’arte della guerra di Marco Spagnoli e Tiziana Lupi, prodotto da Art Film Kairos in collaborazione con Rai Documentari con la motivazione: «Creare un ponte tra Ucraina e Italia vuol dire lanciare un messaggio importante per l’umanità, salvare l’arte vuol dire salvare la memoria e l’identità di un Paese». I registi hanno dedicato la targa alle persone che sono ancora oggi sotto i bombardamenti: «Noi abbiamo raccontato la loro storia, ma il premio andrebbe dato a loro, e forse il vero premio è la pace».

Il documentario Arte Povera – Appunti per la Storia, regia di Andrea Bettinetti, prodotto da Michele Bongiorno (Good Day Films) con Sky Arte, riceve la menzione speciale dal delegato della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea Claudio Bianchi: «un racconto polifonico che mette in scena il momento più sovversivo dell’arte italiana attraverso le voci dei loro protagonisti».

Il terzo premio va, invece, al film L’Aeroplano di Marinetti, regia di Eleonora Zamparutti e Piero Muscarà Una produzione © 2024 ARTE.it Originals in collaborazione con RAI Cultura: «un documentario classico sul movimento futurista che si distingue per il coinvolgimento di testimoni d’epoca, con bellissime immagini d’archivio che lo distinguono nettamente da altri documentari sull’argomento».

Il secondo posto se lo aggiudica il film Joan Mitchell – A woman in abstract, regia di Stéphane Ghez, una coproduzione Artline Films – ARTE France – La Fondation Louis Vuitton – AVROTROS: «Il ritratto della pittrice, un film che non si ferma al solo aspetto pittorico ma mette in risalto le vicende personali, la femminilità e la forza di Mitchell, insieme alla sua intera carriera».

E finalmente, la dichiarazione del vincitore: Galleria Continua: The Ability to Dream, con la regia di Andrea Calderone, prodotto da Sky Arte e TIWI, si aggiudica il primo premio: «Un film – spiega Talarico – che rappresenta una bellissima storia italiana, una storia di tre sognatori, un’amicizia culturale, una storia anche politica che ha radici profonde. Vince per la fluidità e la cura del racconto, la positività del messaggio trasmesso: una vicenda personale e ancora unica in Italia». Un viaggio attraverso i ricordi e le immagini che hanno segnato oltre 30 anni di attività della Galleria Continua e dell’Associazione Arte Continua. In questo documentario, i fondatori Mario Cristiani, Lorenzo Fiaschi e Maurizio Rigillo, insieme a grandi artisti e curatori, riflettono sulla straordinaria avventura che ha trasformato Continua in un simbolo globale di creatività e audacia. Un’ora di immagini iconiche e racconti emozionanti che mostrano come la passione e il coraggio abbiano fatto di Continua una galleria in cui il sole non tramonta mai.

Foto della serata: Luca Mancini per Lilium Distribution

 

 

 

 

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